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Aumento dei prezzi della benzina e del gasolio: quali sono i trend?
Aumento del prezzo della benzina e del gasolio: quali sono i trend?

Il prezzo del carburante sembra seguire un trend sempre più in crescita. Le recenti rilevazioni (in ordine di tempo) effettuate dal Ministero dello Sviluppo Economico non lasciano dubbi: a marzo il prezzo medio della benzina verde al dettaglio ha raggiunto 1,579 euro al litro, con un rincaro di 1,3 centesimi al litro in confronto alla settimana precedente. La stessa cosa vale per il gasolio, che al “fai-da-te” ha raggiunto una media di 1,445 euro al litro. Da novembre 2020 ad oggi sembra che ci sia stato un rincaro del 14,5% per la benzina verde e del 15,7% per il gasolio. Non è stato molto meglio l’inizio del 2021: per entrambi i carburanti, l’aumento è in media del 9,5%.
In Italia la pressione fiscale è alta ed influenzata da diversi fattori: il prezzo del petrolio in primis, a sua volta condizionato da fattori geo-politici, e dalle numerose e diverse accise.

Aumento prezzo benzina e gasolio: la situazione in Europa

Secondo uno studio di Assoutenti, gli automobilisti italiani sono tra i più sfavoriti a livello di costi sul carburante. L’Italia è al 3° posto in Europa per caro-gasolio, con una tassazione che incide ben 64,5% sul prezzo finale. Non va meglio per la benzina, dove il nostro paese è al 5° posto dietro Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia e Grecia.
Tuttavia la situazione sembra completamente diversa se si considerano i prezzi dei carburanti al netto delle tasse: qui l’Italia è agli ultimi posti della classifica europea, al 20° posto (su 27 paesi) per il gasolio, e al 18° per la benzina.
Rispetto alla media Ue oggi un italiano paga la benzina l’8,9% in più, con un maggiore esborso pari a +6,5 euro a pieno, e addirittura l’11,2% in più il gasolio (+7,2 euro a pieno).

Accise carburanti

A pesare sul rincaro dei carburanti troviamo soprattutto le accise, che si vanno ad aggiungere all’IVA al 22%. Si tratta di imposte sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Quelle sui carburanti sono le imposte su benzina, gasolio, GPL e metano, introdotte per far fronte a esigenze di cassa. Sono state utili a far fronte a emergenze come terremoti, guerre, crisi migratorie o a finanziare missioni di pace internazionali.
Sono ben 19 le accise sui carburanti che gravano sulle tasche degli automobilisti italiani. Tra queste molte sono anacronistiche e andrebbero rimosse: ci sono il finanziamento della guerra in Etiopia del 1935-36, della crisi di Suez del 1956, per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont nel 1963, per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze e quella per il terremoto del Belice nella seconda metà degli anni 60.

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