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Come la crisi delle materie prime e dei microchip sta influenzando l’industria dell’automotive
Come la crisi delle materie prime e dei microchip sta influenzando l’industria dell’automotive

Comprare un’auto nel 2021 potrebbe rivelarsi un’impresa non semplice. La crisi mondiale dovuta al Covid ha infatti impattato fortemente sia sulla disponibilità di materie prime come acciaio e materie plastiche, sia sulla produzione di di microchip e di semiconduttori, mettendo in ginocchio il mondo dell’automotive. In oriente, dove sono situate le aziende che producono “microcontrollori”, i minuscoli chip utilizzati per gestire funzioni complesse, come radar, Adas, sensori, airbag e sistemi di infotainment, si sta cercando di far fronte a questa situazione. Tuttavia, l’impatto di questo momento storico si rifletterà a lungo nei prossimi mesi.

Mancando queste componenti è difficile terminare l’allestimento delle nuove vetture e questo costringe praticamente tutti i costruttori a rivedere i piani produttivi, imponendo anche chiusure parziali delle linee di montaggio. Ma cosa ha innescato questa crisi? Sicuramente una ripresa nella domanda e nella vendita di auto alla fine dello scorso anno, ma anche dal boom di domanda di elettronica (Pc, smartphone, Tv, console di gioco) che è avvenuta durante il lockdown.

L’impatto sui grandi produttori

Le strategie messe in campo dalle case automobilistiche per affrontare il problema sono molteplici ma l’obiettivo è unico: limitare l’impatto sulla produzione che già oggi per alcuni allestimenti è in ritardo di 30 settimane, con tempi di consegna per l’on-demand che possono superare i 6 mesi. Tra le aziende, molte limitano la fornitura di componenti elettriche. Un esempio? Stellantis ha iniziato ad affrontare il problema con realismo: sulla Peugeot 308, per esempio, si rinuncia al tachimetro digitale i-Cockpit utilizzando invece una versione analogica. Al cliente per compensare viene offerto un forte sconto sul prezzo di listino.

Il Gruppo Volkswagen, che già aveva dovuto ridurre la produzione nel 2020 di centomila unità per carenza di chip, ad oggi non prevede di poterle recuperare. Mercedes invece è dovuta ricorrere alla diminuzione della funzionalità di alcune delle sue fabbriche di Brema e Rastatt mentre il gruppo Jaguar & Land Rover ha modificato il programma di produzione per due dei suoi tre stabilimenti.

Aspettiamo quindi le evoluzioni del mercato globale, con un occhio alla ripresa generale del settore.

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