L’Unione europea sta già preparando la nuova normativa Euro 7 sulle emissioni che, con un inasprimento dei requisiti, potrebbe di fatto segnare la scomparsa dei veicoli diesel e benzina nel 2025. La direttiva rappresenta un forte scossone per le case automobilistiche di tutto il mondo, che dovranno adeguare i propri piani di produzione dei prossimi anni, in aggiunta allo stop alle auto a benzina e diesel a partire dal 2035 imposto dalla Commissione europea. Vediamo nel dettaglio che cosa cambia e quali conseguenze porterà la nuova normativa Euro 7 nel mercato auto.
Emissioni auto: che cosa cambia nel 2021
La futura direttiva antinquinamento è ancora in fase di definizione da parte della Commissione Europea, un lungo percorso normativo non esente da polemiche. Quello che è certo è che la normativa Euro 7 porterà con sé una serie di novità: prima tra tutte, lo stop alle differenziazioni tra veicoli leggeri (auto e furgoni) e veicoli pesanti (camion e bus), che verranno considerati come un’unica categoria di emissioni. Via anche le diverse interpretazioni dei singoli paesi membri della Ue: non vi sarà più una libera interpretazione in fase di applicazione, ma varrà un protocollo rigido e unitario uguale per tutti. Questo permetterà di non avere difformità tra le leggi dei vari Paesi europei e nelle emissioni prodotte all’interno di un unico grande territorio.
Cambieranno anche le rilevazioni delle emissioni: se ad oggi le misurazioni vengono effettuate solo al momento dell’immatricolazione, con l’Euro 7 il controllo sarà costante per tutta la vita del veicolo, attraverso il sistema di rilevazione di bordo e con attenzione anche ai gas serra (CO2 e altri presenti in quantità minore nell’atmosfera).
Gli obiettivi da raggiungere
L’ipotesi della Commissione Europea è quella di ridurre le emissioni di ossidi di azoto a 30 mg/km o di portarle addirittura a 10 mg/km. Si tratta di una drastica riduzione considerando le norme attuali pongono un limite massimo di 80 mg/km per le auto a diesel e 60 mg/km per le auto a benzina. Saranno inclusi anche gas diversi dall’anidride carbonica, che comunque contribuiscono ad aumentare l’effetto serra.
Adeguamento dei filtri e delle cilindrate
Tali ambiziosi risultati potranno essere raggiunti con un adeguamento rivolto ai motori a benzina, anch’esso previsto dalla normativa Euro 7. Sarà necessario installare filtri anti-particolato GPF (Gasoline Particulate Filter), allo scopo di ridurre le emissioni dei veicoli a combustibile fossile in circolazione. I filtri dovranno essere collocati vicino al motore per sfruttare le elevate temperature necessarie ad abbattere gli inquinanti.
L’azione di filtri, catalizzatori, turbine elettriche e sistemi di riscaldamento dei componenti comporterebbe tuttavia una perdita di efficienza del motore, causando di conseguenza l’inevitabile aumento di consumi ed emissioni di CO2. Per compensarla, i costruttori auto sembrano intenzionati ad aumentare la cilindrata e il numero dei cilindri. Sarà presumibile, quindi, un passaggio dai 4 ai 6 cilindri e dai 6 agli 8 cilindri. Alla luce di questi fatti e dei nuovi aggiornamenti, le case costruttrici dovranno procedere a una nuova pianificazione dello sviluppo e della produzione: questo comporterà, molto probabilmente, un aumento dei costi delle vetture, che dovranno adeguarsi a quanto proposto dalla normativa.